VAN BERKEL DIGITALE



VAN BERKEL DIGITALE 
UNStudio sito web



Scritto da Andrea Solazzo
Edito da EDIL STAMPA, commento di Nicola Nobile



La lettura di questo testo permette di avvicinarsi alla logica che ha guidato gli UNStudio sino ad oggi, personalmente ho trovato interessante i loro processi progettuali e le chiavi di lettura che gli architetti mostrano, le logiche sono incredibilmente visionarie ed accattivanti.

PENSARE DIGITALE

Ben Van Berkel e Caroline Bos, partner in UNStudio, descrivono l'avvento del digitale come quello, in epoche meno recenti, del cemento. Pensarlo in questi termini presuppone la volontà di utilizzare il digitale come uno strumento, forse il miglior strumento che possa gestire una realtà complessa come questa e che via via lo diventa sempre di più.
L'idea di una società contemporanea stratificata in una moltitudine di universi che l'uomo vive e scopre ogni giorno la rende una realtà incontrollabile.Ed è questa la "crisi" che gli UNStudio cercano di superare e  rispondono con una formalizzazione dello strumento digitale e quindi delle sue applicazioni nella loro Architettura. Il mio pensiero è che il principio che di più, rende attuale e vincente la loro ricerca sia il presupposto della variabilità (se così si possa definire) delle esigenze, il tempo vede mutare velocemente le società e se l'architettura è pensata per durare per sempre non dovrebbe aspirare ad adattarsi sempre al meglio alla società? 

I DIAGRAMMI

L'utilizzo dei diagrammi ha caratterizzato il pensiero ed il "fare architettura" dello studio. L'importanza della comunicazione e della gestione delle scelte di ogni progetto è affidata a questo tipo di rappresentazione che per sua natura contiene informazioni e le comunica in maniera immediata. La struttura organizzativa e programmatica del processo progettuale non mira ad una soluzione che sia unica ma che possa instaurare un dialogo aperto con molteplici soluzioni.

I DATI

Il "pensare digitale" dello studio ha caratterizzato l'intero processo del fare architettura. Ogni progetto deve rispondere ad input, e la raccolta di dati e la loro traduzione in parametri è in parte la redazione dello progetto stesso. L'architettura che lo studio propone ha una natura che si avvicina all'immagine del "Manimal" dove gli input iniziali, del cavallo, del'uomo e di un serpente non si riconoscono più nell'immagine finale, trovano una nuova natura, una nuova sintesi. In una nuova sintesi complessa quindi il Manimal trova la sua esistenza e così la stessa architettura è e deve essere pensata come una sintesi complessa ed in continua evoluzione, come un dialogo che non termina con la costruzione ma che rimanga aperto. 

I MODELLI PROGETTUALI DIAGRAMMATICI

Le cinque famiglie dei modelli progettuali

  • Deep planning
  • Principio inclusivo
  • Modello a V
  • Modello matematico
  • blob-to-box

portano all'interno di loro i principi che lo studio propone, e sono modelli che trasversalmente possono interagire in ogni progetto. 
Ad ogni progetto infatti le varie relazione di questi principi "disegnano" una famiglia di progetti che poi verranno tradotti nei diversi modelli fisici dell'architettura. 
I modelli che lo studio propone quindi possiamo definirli come vivi, il rapporto non è più solo tra la forma e la funzione come in una linea retta ma bensì è descrivibile come un capo di forza dove un numero "x" parametri dialogano tra loro generando forme.

  
IL MIO PENSIERO

Ho trovato interessantissimo questo testo. La cosa che mi ha colpito è leggere le parole di Berkel e riconoscerci anche parte del mio pensiero. Poichè credo che la complessità della società contemporanea sia un fenomeno sociologico da sottovalutare in quanto nella confusione della complessità il sonno della ragione genera mostri e i sistemi classici del fare architetture ed urbanistica non possano rispondere a questo nuovo clima che è in movimento ed appartiene ad una nuova epoca. La ricerca di nuovi sistemi applicativi all'architettura è tanto necessario quanto indispensabile. 









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